Giorni a grappoli
la vita é vino
senza acini
di rabbia
e lascia porte spalancate
e letti sfatti dalla fatica
dal dolore di un’assenza
assenzio in calici di marmo
marmo bianco scolpito nelle vene
il sangue tenacemente langue
tra braccia ed arti in disarmo.
Spicchi di notte
la vita é sale
senza mare
né sabbia
e chiude angoli di luce
lenzuola nel buio accartocciate
su sé stesse su di noi
sulle nostre onde
e noi siamo acqua
bicchiere e labbra
e nulla ci distingue
ci separa da noi
dall’illusione di noi
dalle nostre labbra
d’acqua e di cristallo
immagine d’argilla
nello specchio
acino di sale
lingua di fuoco
sulla pelle
che geme ferita.
Scritta il 17/11/2003
Molto bella: un fluire di immagini dure, accompagnate da una stupenda musicalità
Questa poesia fa parte della raccolta La fenice inattesa poesie scritte dopo la mia emorragia cerebrale.