A cercare i miei spazi
lo spazio per la poesia
lei, la mia sigaretta,
il mio fugace fumo.
Nei giorni tutti uguali
breve, il tempo per lei,
lei, la mia nicotina,
la mia dipendenza,
la mia droga, il mio vizio
il mio chiodo fisso nella testa,
la mia mite e docile padrona,
il mio dolce-amaro assenzio.
La poesia che s’insinua
tra le sinapsi, e tra i pensieri,
non c’è cura all’assuefazione,
se ti prende, t’incatena. è tua
La sua legge, è molto più forte
della tua volontà, ti legherà,
vero padrone del tuo pensiero,
è la tua dea, sino alla morte.
Ti credi libero, ma non lo sei
ti credi forte, ma non lo sei.
Il mondo ha le sue frontiere
è lei, che disegna i limiti stretti
dei tuoi spazi…
Molto bella e vera. tranne la chiusa che è per me una sincera amica e compagna….ciao Marina
Marina, questi versi li ho scritti pensando a mia moglie che fuma, e non poco, mi piacerebbe conoscere il tuo giudizio sulle altre mie poesie!