Furioso

Non sono abbastanza furioso.
E poiché né bile né fiele trapelerebbero
dalle mie non prosaiche parole
neppure qualche spigolo acuminato d’anima
l’assenza d’una qualche parolaccia
confezionata come apostrofo violaceo,
né sospetto circo multi mediatico e ipercolorito
non abbastanza trash, né underground
che la poesia oggi deve far male
ferire, graffiare, infierire
con qualche eccesso per sembrare vera
che non c’è abbastanza violenza lì fuori:
oltre la porta, oltre schermi della tv
oltre la rete così implicitamente virtuale
oltre le stupore del vicino di casa
che si fotte un quadro di legno
un quadro da quattro soldi
e lei.
Lei che si rifà viva
dopo 365 secoli di silenzio
dopo 31536000 secondi

secondi a nessuno
neppure al vuoto siderale
che forse è questa poesia
l’accavallarsi di voci sulle canzoni
e delle canzoni sui baci
baci abbarbicati ad un albero di plastica.

Un gesto semplice

La fatica di un gesto semplice
il greve peso di un pensiero
tutto il vivere passato e futuro
inghiottito in un immenso buco nero

Un lampo di gioia
lascia uno strascico scuro
nell’animo e nella memoria
ed il susseguirsi d’impercettibili ferite.

Sono aghi conficcati nel cuore
pungiglioni nella mente e nelle gambe
che vacillano in un passo incerto.

Un intervento a cervello aperto.

La sillaba spezzata

Più che altro
ho lasciata indifesa la mia ingenuità
che alcune mi chiamano cucciolo
e cucciolo io sono.

Più che altro
ho tentato di nascondere l’uomo
che alcune mi chiamano ephrem
ed ephrem io sono.

A volte di rado
ho scoperto le mie carte bianche
che alcune mi chiamano Emi
Emi – come sillaba spezzata – io sono.

Più che altro
ho tentato di mostrarmi come sono
che in tante mi chiamano cucciolo
ma il mio nome è Emilio.

Più che altro
ho coperto e spezzato il dolore con i versi
che alcune hanno amato ephrem
ma il mio nome è Emilio.

Emi – come sillaba spezzata – io sono.

Avvicinati

Avvicinati
che il sale sulle labbra
sulla pelle acre e profumata
è simile al mare alle onde
che è tremito sussulto é brivido

Avvicinati
che ancora più vicini
ed oltre oltre ancora
i corpi stretti ed allacciati
annodati stretti e anime confuse

Avvicinati
che la voce ed il respiro
sfiorano la pelle salata e dolce
sfiorano le onde l’anima e stringono
legano ora indissolubilmente e ancora

un’altra volta ancora e ancora
nuovamente  infinitamente…

Il respiro del tempo

L’ansia del tuo nome nei miei polmoni

ed il respiro che s’affanna incerto balbuziente
incespica sulle tue vocali s’arresta sulle tue consonanti
consonanti morbide e taglienti come piume come lama.

Il respiro del tempo colora d’azzurro il tuo viso
come un monte lontano all’estremità dell’orizzonte
e tu fiume ora lento ora impetuoso saziavi la mia sete
sete del chiamarti piano in sussurrate sillabe.

Filo sottile

E’ un filo sottile
d’acciaio e di seta,
son corpi scolpiti
di roccia e di creta.

E’ un attimo smarrito
semplice testimone d’infinito
sospiro di fuoco e di vento
vita raccolta è sospesa
fugace lasso d’un momento.

E’ adesso, è sempre.
Baleno di luce svelato e celato
che il cuore nel buio protegge

E’ battito dei sensi che freme.
E’ qui, adesso e sempre.